Articoli e consigli

Articoli e consigli

  • Prevenire

    Si sente spesso dire che la migliore otturazione è quella che non è mai stata eseguita e che la terapia più efficace è sempre la prevenzione.

    Sono poche e semplici le regole da seguire per avere un sorriso sano e bello.

    In questa area del sito potrà trovare alcune informazioni di base e un breve vademecum con consigli pratici per una corretta profilassi.


    I denti dell’uomo

    Il dente è un’unità organica dura, biancastra, sporgente nel cavo orale. Ciascun dente è costituito da un complesso di tessuti di consistenza e struttura diverse.

    La dentizione svolge nell’uomo e nei vertebrati la funzione fondamentale della masticazione.

    Esistono diversi tipi di denti, che si distinguono in base alla forma, alla dimensione e al ruolo in incisivi, canini, premolari e molari.

    L’uomo adulto possiede in totale 32 denti, 16 nell’arcata superiore e 16 in quella inferiore.

    Nel corso della vita, spuntano due serie di denti. La prima è rappresentata dai denti da latte, che costituiscono la dentizione temporanea o decidua. I denti da latte appaiono a partire dal sesto mese e, all’età di due anni, il bambino possiede 20 denti. La seconda serie è composta invece dai denti permanenti.

    Il dente si compone di tre parti: la corona, che emerge dalla gengiva, la radice immersa nell’alveolo osseo che presenta un canale attraversato dai vasi sanguigni e dai nervi e il colletto, zona limite tra radice e corona. I denti sono costituiti da tessuti diversi: lo smalto è la parte visibile; la dentina è la parte interna e sensibile che contiene canalicoli in cui passano le terminazioni nervose; la polpa, tessuto ricco di vasi sanguigni e nervi con funzione sensoriale e di formazione-nutrizione della dentina.

    Brillante e resistente, lo smalto è il tessuto più duro del corpo umano. È composto per il 96% da materiali mineralizzati come calcio e fosfati e per il 4% da materiali organici. Al fine di rinforzare e mantenere sano lo smalto è raccomandabile l’uso di dentifrici al fluoro.

    E’ importante sottolineare che anche la dieta influisce notevolmente sullo sviluppo e sulla conservazione dei denti.

  • Profilassi

    Con la prima dentizione abbiamo tutti le stesse “condizioni iniziali”. Un cattivo stato di salute dei denti è determinato infatti dal nostro comportamento: avere denti sani dipende da noi e dalle nostre abitudini.

    Un’alimentazione squilibrata, una cattiva igiene orale, condizioni di stress o il fumo, sono fattori dannosi che intaccano quello stato naturale di buona salute.

    Con una profilassi corretta non solo si curano, ma si prevengono le malattie odontoiatriche.


    Che cos’è la profilassi

    Con il termine di profilassi si indica l’insieme delle misure di prevenzione della salute dentale per impedire l’insorgenza di carie, paradentosi e altre affezioni.

    Sono quattro gli obiettivi di una corretta profilassi:


    • eliminazione del tartaro
    • rimineralizzazione del rivestimento esterno dei denti
    • aumento della resistenza dello smalto agli attacchi delle sostanze dannose contenute in cibi e bevande
    • annientamento dei batteri presenti nella placca.

    I tre cardini su cui si fonda la profilassi sono una corretta igiene dentale quotidiana, una sana alimentazione, e periodici controlli dal dentista.

    La pulizia professionale, raccomandata una volta l’anno, è essenziale per completare la pulizia dei denti e rimuovere ciò che anche la più accurata igiene quotidiana domestica non riesce a rimuovere.

  • La pulizia professionale

    Anche attraverso la più scrupolosa igiene dentale, non è possibile eliminare completamente la placca batterica.

    Nelle cosiddette “tasche” (lo spazio tra la gengiva e il dente) né lo spazzolino né il filo interdentale riescono ad arrivarci; sostanze come il caffè e la nicotina macchiano lo smalto causando l’ingiallimento, che può essere solo parzialmente e temporaneamente contrastato dai prodotti appositi e dentifrici chiamati “whitening”; inoltre, negli spazi interdentali, il tartaro tende a formarsi e indurirsi.

    Per questi motivi la pulizia professionale è fondamentale nella prevenzione, almeno una volta all’anno.


    In che cosa consiste la pulizia professionale

    La profilassi professionale consiste sia nel trattamento vero e proprio, sia in una corretta informazione che deve essere fornita su come prendersi cura dei propri denti.

    La formazione deve aiutare il paziente, attraverso speciali indicatori, a individuare in quali punti della bocca, in particolare, tende a formarsi la placca, e quindi dove insistere nella pulizia.

    Durante l’operazione di detartrasi, il tartaro viene rimosso con appositi strumenti meccanici. Speciali spazzole e paste puliscono a fondo la superficie dei denti. Anche i residui di nicotina, tè, caffè vengono così rimossi. La superficie dei denti risulta piacevolmente liscia e pulita.

  • L’igiene dentale quotidiana

    Una corretta igiene orale è in assoluto l’aspetto più importante della profilassi dentale. Attraverso un’accurata e regolare pulizia quotidiana è infatti possibile rimuovere in modo consistente la placca batterica, causa principale della carie e delle malattie gengivali, e impedire così la formazione del tartaro.

    Una volta al giorno, meglio la sera, dovrebbe dedicare ai Suoi denti il tempo necessario per una pulizia approfondita e rendere questa pratica una sana abitudine.


    Lo spazzolino:

    Utilizzi uno spazzolino morbido, con setole arrotondate per non danneggiare lo smalto e le gengive.

    E’ importante che il manico sia dritto e che la testina dello spazzolino sia sufficientemente piccola per poter raggiungere ogni parte della bocca e comprendere circa due-tre denti.

    Cambi regolarmente lo spazzolino o la testina, indicativamente ogni due mesi di uso costante.

    Lo spazzolino elettrico è raccomandabile per un’ accurata pulizia, purché si controlli la pressione esercitata sui denti e sulle gengive. Una pressione eccessiva o una rotazione troppo accelerata possono comportare infatti il ritiro della gengiva con conseguente infiammazione e l’aumento della sensibilità al dolore.

    Spazzoli per almeno 3 minuti e si lavi i denti dopo ogni consumo di dolci.

    L’uso di un dentifricio al fluoro è molto importante: i dentifrici per adulti ne contengono una concentrazione maggiore, mentre per i bambini deve essere ridotta.


    Il corretto uso dello spazzolino:

    Tenga presente che una corretta pulizia non è assicurata spazzolando con energia e pressione: ciò che conta sono la giusta tecnica e la giusta durata.

    Spazzoli la superficie esterna dei denti sovrapponendo gli incisivi delle due arcate con movimenti verticali e rotatori.

    Sfreghi leggermente la superficie masticatoria con movimenti orizzontali “avanti-indietro”.

    La superficie interna, invece, deve essere pulita con movimenti dalla gengiva al dente, mai l’opposto.

    Faccia attenzione a non premere troppo a fondo con lo spazzolino, poiché può essere dannoso. Anche uno spazzolino troppo duro o uno spazzolino elettrico dall’eccessiva pressione possono causare problemi.

    Pulisca i denti seguendo sempre lo stesso ordine, per esempio prima la parte esterna, poi quella interna, poi la parte masticatoria, da destra a sinistra, sopra e sotto. L’importante è non tralasciare nessun dente, soprattutto i più difficili da raggiungere.

    Lasci passare almeno 60 minuti prima di lavarsi i denti dopo aver consumato alimenti che contengono acidi (come limoni o arance).

    Si lavi i denti almeno due volte al giorno: sempre dopo la colazione e prima di coricarsi. Durante la notte si produce meno saliva e la funzione di “autopulizia” è notevolmente ridotta. Questo comporta una più facile formazione della placca, soprattutto sui denti non puliti.

  • Il filo interdentale

    Utilizzi se possibile un filo interdentale non cerato. Alcuni residui di cera possono infatti depositarsi negli interstizi dentali, creando le condizioni ideali per la formazione della placca.

    Utilizzi il filo interdentale soprattutto per gli interstizi dentali più stretti, mentre dove vi è più spazio ricorra all’uso dello spazzolino interdentale.

    Non occorre utilizzare il filo ad ogni lavaggio dei denti, è sufficiente farlo la sera.

    Prenda un filo lungo 30-40 cm. Tenga tesa una porzione di filo di 3-4 cm con gli indici e i pollici; inserisca il filo tra due denti, lo spinga fino a toccare la gengiva e tiri delicatamente verso l’esterno facendolo aderire bene alla superficie di uno dei due denti. La manovra va ripetuta due-tre volte. Occorre fare attenzione a non passare bruscamente da una superficie di un dente alla superficie dell’altro dente, per non tagliare o irritare la papilla.

    Al primo uso del filo interdentale potrebbe verificarsi un piccolo sanguinamento della gengiva, che non si ripeterà più con un utilizzo regolare.

    Non pratichi mai uno strofinamento eccessivo o troppo vigoroso, perché potrebbe causare dei tagli o piccole ferite.

    Se fissare il filo con le dita Le risulta particolarmente scomodo, può utilizzare il filo interdentale con un apposito supporto, che trova facilmente in commercio. L’uso di questo strumento è particolarmente indicato se le fessure interdentali sono molto ristrette oppure in presenza di ponti ed impianti.

  • Lo spazzolino interdentale (o scovolino)

    Lo spazzolino interdentale è un particolare spazzolino composto da un supporto di plastica o metallo, in cui sono inserite setole artificiali disposte a spirale o a raggiera. E’ molto utile per detergere quelle zone difficili da raggiungere.

    A seconda dell’ampiezza dei Suoi spazi interdentali, può scegliere tra diverse misure.

    La scelta del modello non è importante, ciò che conta è la giusta tecnica di utilizzo: lo scovolino si deve inserire facilmente nello spazio interdentale, con una leggera spinta e senza pressione tra filo e dente. I movimenti devono essere orizzontali, a mo’ di “va e vieni”e ripetuti per una decina di volte. Al primo utilizzo potrebbe avvenire un lieve sanguinamento.

    Pulisca lo spazzolino dopo l’uso sotto acqua corrente .

    L’uso dello spazzolino interdentale non sostituisce in nessun caso il regolare e indispensabile uso dello spazzolino e del filo, ma ne costituisce il completamento.

    Attenzione! Non usi mai il dentifricio con lo spazzolino interdentale, perche’ potrebbe causare pericolose abrasioni.

  • I denti dei bambini

    Sapeva che molti dei problemi ai denti in età adulta derivano da una lacunosa o mancante cura della dentizione decidua?

    E’ infatti fondamentale curare e pulire a fondo anche i primi denti dei bambini.

    Con un po’ di pazienza e regolarità può educare il Suo bambino ad una costante igiene orale, che è alla base di una buona salute dentale per il futuro.


    I pericoli di carie per il bambino

    Lavarsi i denti non serve semplicemente ad eliminare i residui di cibo, ma a rimuovere i germi nocivi e a prevenire la formazione della placca. Questa patina batterica è molto pericolosa per denti dei bambini.

    Il consumo di caramelle, paste, dolci, miele, marmellate e di cibi e bevande contenenti zucchero in genere può creare sostanze dannose (acidi) che attaccano lo smalto e causano la carie.

    Maggiormente a rischio sono i solchi dell’area masticatoria, nei molari e negli spazi interdentali.

    Per questi motivi è molto importante che il Suo bambino pulisca i denti almeno due volte al giorno, al mattino e alla sera, con spazzolino e dentifricio adeguati (il dentifricio per adulti è sconsigliato, poiché contiene una concentrazione troppo alta di fluoro).

    Abituando il bambino sin dall’inizio ad una corretta igiene quotidiana, la cura dei propri denti può diventare un divertimento e la visita di controllo dal dentista soltanto una formalità.


    Importante: la carie è contagiosa!

    I genitori trasmettono spesso la carie ai denti sani dei loro bambini. Per questo è importante che entrambi i genitori risolvano i loro problemi a denti e gengive prima della nascita del bambino al fine di evitare che possa esserne colpito a sua volta.

    Una strategia difensiva molto utile è la sigillatura dei denti molari. L’applicazione della resina protettiva nelle fessure occlusari rende infatti i denti inattaccabili dai germi per diversi anni ed è rapida e indolore.


    Le fasi di crescita dei denti da latte: qualche consiglio


    Fase I: Il primo anno di vita

    Generalmente tra il sesto e l’ottavo mese di vita spunta il primo dentino. Al compimento del primo anno sono già comparsi gli incisivi.

    Per favorire il corretto sviluppo dei denti da latte ancor prima della loro crescita esistono degli integratori al fluoro, ma è necessario consultare il parere del medico pediatra.

    Con la comparsa del primo dente deve iniziare la regolare cura. Utilizzi per il Suo bimbo ogni giorno una piccola quantità di dentifricio a basso contenuto di fluoro al fine di rafforzare lo smalto e uno speciale spazzolino con testina piccola e setole morbide.


    Da 1 a 3 anni

    I primi molari compaiono tra il dodicesimo e il tredicesimo mese di vita. Il bimbo può così incominciare a variare la sua alimentazione. A partire dal terzo anno il bambino possiede la dentizione decidua completa di venti denti.

    Con il primo anno occorre pulire regolarmente denti e gengive, al mattino e alla sera, per circa tre minuti. Insegni al Suo bambino la corretta tecnica di pulizia come per gioco e poco alla volta diventerà autonomo.


    Fase II: Da 3 a 6 anni

    Sotto la dentizione decidua iniziano a crescere i nuovi denti. Una sana nutrizione e una corretta cura sono essenziali per uno sviluppo ottimale dei denti permanenti.

    In quest’età, abitui il Suo bambino ad una regolare, sistematica pulizia dei denti. La completa autonomia per una corretta igiene orale potrà avvenire indicativamente quando il bambino sarà anche in grado di scrivere in modo scorrevole.


    Fase III: Da 6 a 12 anni

    A partire dal sesto anno i denti da latte incominciano a cadere per lasciare il posto ai denti permanenti. Entro i 12 anni il ricambio è generalmente completato.

    In età scolara i bambini sono di solito in grado di badare da soli alla pulizia dei loro denti. La tecnica di pulizia deve essere tuttavia regolarmente controllata dall’adulto e dal dentista.

    Il dentifricio per adulti con una più alta concentrazione di fluoro ora può aiutare a rendere forti, sani e protetti i nuovi denti di Suo figlio. Lo spazzolino adatto, il filo interdentale e il collutorio per bambini svolgono un ruolo fondamentale.

  • La corretta tecnica di pulizia dentale per il Suo bambino
    1. Metta una piccola quantità di dentifricio per bambini sopra lo spazzolino.
    2. Pulisca la superficie masticatoria dei denti con movimenti orizzontali “avanti-indietro”, sfregando leggermente.
    3. Spazzoli la superficie esterna dei denti con delicati movimenti circolari per non ferire la gengiva.
    4. Pulisca la parte interna con piccoli movimenti circolari dal rosso al bianco, ovvero dalla gengiva al dente
    5. Spazzoli per almeno tre minuti e faccia risciacquare la bocca. Anche se piccole dosi di dentifricio fossero ingerite, non ci sarebbe alcun rischio per il Suo bambino.

    Come influisce l’alimentazione

    Un’alimentazione sana ed equilibrata è fondamentale ad ogni età per la salute dei denti.

    Un eccessivo consumo di zuccheri porta infatti alla formazione di pericolosi acidi che causano la carie. Ecco perché è importante seguire alcune essenziali linee guida:

    • Cibi e bevande dolci devono essere consumati in modo contenuto.
    • Zuccheri o alimenti e bevande contenenti acidi non devono essere consumati ripetutamente durante il giorno poiché gli acidi che si formano in bocca sono difficili da neutralizzare.
    • Per evitare che al Suo bimbo venga voglia di mangiare i dolci, gli dia spesso il suo frutto preferito.
    • L’acqua è la bevanda più sana. I succhi di frutta contengono molti zuccheri e acidi dannosi per i denti.
    • Dia al Suo bimbo di età scolara gomme da masticare prive di zucchero. Esse contengono infatti sostanze che pur essendo dolcificanti, posseggono un basso potere cariogeno o sono completamente acariogene. L’uso delle gomme, inoltre, aumenta la salivazione che “risciacqua” i residui di cibo e diminuisce l’acidità contenuta nel cavo orale.
    • Per il biberon della sera, dia al Suo bambino preferibilmente acqua oppure infusi senza zucchero.
  • L'alimentazione

    Cibo sano per denti sani

    Il buon stato di salute dei denti non dipende soltanto da una giusta pulizia, ma anche da

    un' alimentazione corretta. Un semplice o approfondito controllo dell’alimentazione può rivelarsi estremamente utile o addirittura indispensabile per i pazienti a rischio di carie.

    I dolci sono dannosi, ma anche qui è possibile scegliere facendo attenzione a come ci si nutre.

    Da consumare con particolare attenzione sono i dolci contenenti un’alta concentrazione di zucchero, così come succhi, limonate, bevande vitaminiche. I dolci non devono essere eliminati: ciò che conta è regolare la frequenza di assunzione e la cadenza rispetto alle procedure di igiene orale.


    Le cinque regole d’oro

    1. Consumi preferibilmente alimenti freschi, come ad esempio frutta e verdura, formaggio, pane integrale. Questi cibi da masticare e poveri di zuccheri sono componenti essenziali per una sana nutrizione.
    2. Si lavi i denti dopo ogni pasto. Se non è possibile, si sciacqui il cavo orale con acqua. Dopo aver mangiato zucchero o alimenti contenenti amido, i batteri della placca danno inizio entro venti minuti ad una reazione che produce gli acidi, i quali rimarranno in bocca fino allo spazzolamento dei denti. Questo tempo è prezioso per contrastare la carie... Lo sfrutti!
    3. Molte gomme da masticare senza zucchero sono particolarmente adatte a ridurre i livelli di acidità contenuti nel cavo orale che causano la carie. Alcune gomme sono utili, come quelle contenenti lo xilitolo, completamente acariogeno. I batteri riconoscono lo xilitolo come uno zucchero e infatti esso possiede lo stesso potere dolcificante. Ma questa sostanza non è digeribile dai piccoli batteri e ne ostacola così il metabolismo. La crescita e la riproduzione dei batteri cariogeni risultano pertanto limitate. In questo modo, una regolare masticazione di gomme senza zucchero può addirittura prevenire la carie.
    4. Mangi i dolci preferibilmente in un’unica volta e si lavi successivamente i denti. Questa è una pratica più sana rispetto al consumo di quantità magari più ridotte di dolci, ma suddivise nella giornata e senza lavaggio successivo dei denti. Frequenti “attacchi” di dolce inducono la continua formazione di acidi provocando una diminuzione del tempo di rimineralizzazione. Pertanto è consigliabile limitare quanto più possibile l’assunzione di cibi “fuori pasto”. Presto detto: tanto più zucchero, tante più carie!
    5. Per zuccherare gli alimenti e le bevande ci sono molte possibilità. Provi per esempio ad utilizzare sostanze sostitutive.

    Oltre a ciò, esistono svariati dolci privi di zucchero, che vale la pena di provare. Molti di essi sono contraddistinti dall’apposito simbolo e facilmente riconoscibili tra gli scaffali del supermercato.

  • Alitosi

    L’alitosi può avere molte cause, alcune facili da eliminare.


    Che cos’è?

    E’ un disturbo molto frequente: il 50% della popolazione mondiale ne soffre. Si manifesta con l’emissione di uno sgradevole odore per effetto dell’atto respiratorio e della fonazione, che può portare a disagi nei rapporti interpersonali.

    Nel 10% dei casi è causata da malattie sistemiche come la cirrosi epatica o il diabete, da affezioni organiche o da terapie farmacologiche. Molto raramente è dovuta a problemi gastrointestinali, come spesso si crede.

    Per il restante 90%, invece, l’alitosi è dovuta a problemi localizzati nel cavo orale stesso: carie dentaria, protesi, ricostruzioni dentali mal eseguite o fratturate, cattiva igiene orale, gengiviti, patina biancastra che ricopre la lingua.

    Occorre distinguere un’alitosi transitoria da un’alitosi persistente. La prima si può ricondurre al consumo di alimenti alitogeni o a particolari momenti della giornata, come il risveglio o un prolungato digiuno. La seconda è una patologia e richiede un’anamnesi accurata per risalire alle cause.


    Si può misurare?

    Sì, esistono degli apparecchi diagnostici come l’halimeter che rilevano i gas maleodoranti contenuti nell’aria espirata e ne determinano la quantità. Questa misurazione è utile per isolare eventuali casi di alitofobia o pseudoalitosi, per capire le cause di patologie, per individuare le terapie ideali e controllare i cambiamenti durante la cura.


    Cause e rimedi

    Le cause sono molteplici. Chi è colpito da questo spiacevole disturbo tende a nasconderlo attraverso il consumo di caramelle alla menta, di gomme da masticare e con l’uso di colluttori. Laddove essa si presenti in forme patologiche, questi espedienti non hanno che un effetto temporaneo, poiché non risolvono il problema alla radice. Esistono inoltre degli effetti collaterali dovuti al consumo prolungato di sostanze contenenti zucchero, come la carie o uno squilibrio a livello di flora intestinale.


    Causa 1

    Lo spiacevole disturbo dell’alitosi può essere, nella maggior parte dei casi, ridotto grazie ad una corretta igiene orale. Se infatti la placca non viene quotidianamente e regolarmente rimossa, i batteri, all’origine dell’alitosi, si riproducono rapidamente. Aumenta così anche il rischio di infiammazioni e malattie ai denti e alle gengive.

    Che cosa si può fare per combatterla

    Una pulizia professionale corretta costituisce il punto di partenza per la terapia. Il Suo dentista saprà consigliarla in merito. Una regolare pulizia dopo i pasti e in particolare dopo il consumo di dolci non solo limita la quantità di acidi presenti nel cavo orale, ma impedisce ai batteri di nutrirsi e riprodursi.


    Causa 2

    Se il problema persiste anche dopo aver consultato il dentista e quindi esso non è riconducibile ad una cattiva igiene orale, l’origine può risiedere nella lingua: i piccoli innumerevoli solchi sul dorso sono “nascondigli perfetti” per i batteri.

    Le sostanze mucose e altri residui che si depositano sulla lingua sono ambienti ideali per la riproduzione dei batteri dannosi.

    Che cosa si può fare per combatterla?

    La pulizia regolare della lingua con lo spazzolino apposito riduce l’acidità e rinfresca l’alito. Richieda informazioni sul modello e la tipologia ottimale di questi spazzolini direttamente al Suo dentista. Anche delle protesi o ponti difettosi possono essere degli ottimi nascondigli per batteri e portare al problema dell’alitosi. Il Suo dentista saprà riconoscere queste cause.


    Causa 3

    Alitosi quotidiana?

    La scarsa salivazione può aggravare lo stato di alitosi, poiché in mancanza dell’autodetersione della bocca, i batteri trovano condizioni favorevoli alla proliferazione.

    Questo fenomeno è diffuso soprattutto in coloro che esercitano una professione in cui si parla molto. Anche il fumo, così come le condizioni di stress e di digiuno, possono comportare queste conseguenze.

    Che cosa si può fare per combatterla

    La terapia più naturale in questo caso è quella di bere molto. Caffè e bevande zuccherate non sono raccomandabili. Meglio acqua e bevande prive di zucchero, soprattutto se per il Suo lavoro deve parlare molto.


    Raffreddore e mal di gola

    Anche se normalmente non si è soggetti all’alitosi, ci si può imbattere in questo sgradevole fenomeno nel momento in cui si soffre di qualche disturbo alla gola, dovuto per esempio all’infiammazione delle tonsille o a stati influenzali. In queste situazioni l’alitosi insorge soltanto durante la malattia. Con la guarigione anche l’alitosi scompare.

    Anche in questo caso è possibile facilitare la depurazione dell’organismo bevendo molta acqua e liquidi privi di zucchero.

  • Bruxismo

    Il termine deriva dal greco “brygmos” che significa “digrignamento”.

    Il bruxismo è infatti il movimento inconscio di fregamento abituale dei denti che si verifica generalmente durante il sonno.

    Abbastanza diffuso nella popolazione, questo disturbo ed è una parafunzione. Il bruxismo può causare diversi danni all’apparato masticatorio e porta alla rapida usura delle superfici dentali.

    A causa di questo fenomeno il sonno è disturbato e al risveglio si avverte dolore ai denti e a tutta la muscolatura.

    Le articolazioni temporo-mandibolari risultano sovraccaricate e come conseguenza, compaiono dolori o danni ai tessuti di sostegno dei denti, ai muscoli facciali, vertigini, cefalee e fischi alle orecchie (acufene) e perfino l’ischemia dei muscoli masticatori o dolori alla cervicale con possibili risvolti sulla colonna vertebrale.


    Le cause principali del bruxismo sono riconducibili a due categorie:

    Le cause anatomiche

    Malformazioni mandibolari, problemi di occlusione dentale possono essere all’origine di questo disturbo. Ma anche un dente spezzato, una superficie più alta rispetto alle altre, come un canino sporgente, sono condizioni che possono inconsciamente indurre a ‘livellare’ la superficie in eccesso.

    Con il risultato del digrignamento, della pressione e dello sfregamento.


    Lo stress 

    Il fenomeno del bruxismo indica uno stato di forte nervosismo e, in modo inconsapevole, diventa un modo per scaricare le tensioni accumulate durante il giorno. Lo stress è infatti una delle cause più frequenti del bruxismo.

    In questi termini colpisce maggiormente gli adulti, ma sempre più bambini ne sono coinvolti, spesso vittime della frenesia quotidiana e di situazioni di alta tensione, dovute ad esempio ai giochi ipertecnologici.


    Le cure

    Non esiste una terapia specifica per curare il bruxismo.

    Intervenendo a livello odontoiatrico esistono semplici apparecchiature, come il “bite notturno” o la "placca masticatoria" che hanno una funzione protettiva, per evitare i contatti traumatizzanti tra i denti. Queste apparecchiature, create appositamente per la persona interessata, mantengono l’articolazione in posizione di riposo e distolgono il bruxista dalle sue abitudini dannose.

    La sensazione di dolore dovuta alla tensione muscolare può essere alleviata attraverso semplici ma efficaci massaggi.

    Di fondamentale importanza è risalire alle cause psicologiche che lo producono. Anche alcune sedute di psicoterapia possono risultare molto utili. Il bruxista deve cercare le cause del suo malessere, elaborarle e trovare altre vie per canalizzare le sue tensioni. A volte sono le attività non odontoiatriche, come un hobby o uno sport, a risolvere questo problema.

  • L’ABC della terminologia odontoiatrica

    I materiali


    Amalgama

    E` una lega composta da vari metalli, tra cui argento, stagno, rame e mercurio. Simula per durezza lo smalto. Per il suo colore grigio viene applicata per restaurare i denti posteriori.

    Oggi l’amalgama è meno usata, sostituita da materiali più estetici come le ceramiche e tende a scomparire.

    Negli individui che posseggono otturazioni in amalgama è stata rilevata spesso una più alta concentrazione di mercurio nel sangue. I danni alla salute dovuti all’impiego di questo materiale non sono stati scientificamente provati.

    Riscontrati invece casi di allergie, come per tutti i materiali.


    Leghe di oro

    Le leghe di oro si ottengono da una mescolanza di oro con altri metalli come l’argento e il platino. Grazie all’alta concentrazione di oro, queste leghe offrono una grande stabilità e sono molto ben tollerate dall’organismo. Per questi motivi vengono largamente utilizzate. Per leghe ad alta concentrazione di oro si intendono leghe che non contengono elementi come il rame, lo zinco o il cadmio.

    Questo materiale è usato negli intarsi dei denti premolari, per la facilità con cui si lascia lavorare e perchè permette sigillature perfette.


    Ceramica 

    La ceramica si compone di diversi elementi tra cui il quarzo e il feldspato. E’ molto utilizzata per l’area visibile del dente non soltanto grazie alla sua resistenza e alla buona versatilità, ma anche per un motivo estetico. Il colore bianco, infatti, rende la ceramica del tutto simile all’aspetto naturale dei denti.

    La realizzazione di questi materiali è molto articolata: esistono diversi tipi di ceramiche che richiedono lavorazioni particolari. Ad esempio, per i ponti e le corone viene utilizzata una ceramica speciale. Poichè questi materiali sono in grado di sopportare una forte pressione, sono impiegati sui denti premolari. La cosiddetta ceramica silicata è invece meno resistente, ma imita quasi perfettamente la sostanza naturale dei denti. E’ utilizzata infatti per le faccette di ceramica, gli intarsi, le corone parziali e come rivestimento per le corone con l’interno in metallo.

    Le faccette in ceramica o veneers sono sottili gusci di ceramica o altro materiale molto sottile che vengono cementate in modo permanente sulla parte anteriore dei denti ricoprendone la parte frontale con una tecnica adesiva speciale. Al dente viene limato uno strato di smalto per poter ospitare la faccetta e successivamente si prende l’impronta che servira’ da modello per la costruzione della faccetta. Coprono tutta la parte visibile del dente e sono molto utili per rivestire i denti anteriori scheggiati o usurati, mascherare spazi fra denti o macchie permanenti e i difetti dello smalto.


    Composti

    I composti, realizzati con diverse materie plastiche e ceramica, sono lavorati direttamente in bocca. Purtroppo essi non sono altrettanto resistenti e duraturi quanto la ceramica. Si ricorre ai composti in particolare per la riparazione di piccoli danni e otturazioni, che prevedono l’uso di un particolare strumento per l’asciugatura attraverso i raggi UV. Vengono di buon grado utilizzati, anche per il loro colore, sia su denti piu’ “visibili”come gli incisivi e i canini, sia sui premolari e molari.


    Titanio

    Questo metallo puro è molto tollerato (non provoca infatti alcuna reazione immunitaria di rigetto) e resistente, ma difficile da lavorare. In particolare, il titanio è utilizzato per le componenti di protesi fisse, impianti e come base per le corone. Non ha un impiego estetico.


    Dal ponte all’intarsio

    Protesi

    Protesi è un termine generico che indica la sostituzione di un dente (corona), di più denti (ponte) o di tutti i denti (protesi totale o dentiera). Esistono protesi removibili e fisse. Le seconde, una volta applicate dal dentista, rimangono stabilmente al proprio posto e non devono essere rimosse per le indispensabili azioni di igiene quotidiana.


    Corona

    La corona è la parte superiore del dente, che emerge dalla gengiva ed è rivestita di smalto, la sostanza più dura del corpo umano. Con questo termine si intende però anche la ricostruzione artificiale della stessa. Se il danno dovuto alla carie è particolarmente grave, occorre ricostruire la corona del dente. In questo caso, è necessario rimuovere la carie e ridurre la corona per creare spazio sufficiente alla nuova componente artificiale, che può essere di diversi materiali, come leghe di metallo, materiali plastici, ceramica.


    Ponte

    E’ un manufatto artificiale che sostituisce più denti mancanti. Il ponte è cementato a pilastri di sostegno naturali (denti vicini) o artificiali (impianti).

    La struttura di supporto è realizzata in oro, mentre la parte visibile è fatta generalmente di materie plastiche o ceramiche. L’impiego della porcellana, in particolare, garantisce risultati eccellenti.


    Otturazione

    Quando il dentista rimuove la carie, si crea un “buco” che deve essere riempito. Con il termine di otturazione si indica la ricostruzione dei denti affetti da carie e di conseguenza danneggiati. I materiali usati per ricostruire la forma del dente sono diversi, dalle resine con riempitivi vetrosi agli intarsi in ceramica (link) per i denti posteriori.


    Intarsio

    L’intarsio è un restauro cementato che si effettua sulla superficie masticatoria dei denti posteriori. Gli intarsi permettono di ricostruire parti estese di dente, laddove il “buco” da riempire è troppo ampio per una semplice otturazione, ma una corona non è necessaria. I materiali impiegati sono diversi: oro, ceramica, combinazione di oro e ceramica, titanio e materie plastiche. E’ ideale

    Dopo aver totalmente e accuratamente rimosso la parte danneggiata, il dottore prende l’impronta e il laboratorio realizza il modello utile all’intarsio definitivo.

    E’, ad oggi, la tecnica più all’avanguardia per la sostituzione delle vecchie otturazioni in amalgama, sia da un punto di vista funzionale, sia estetico. L’intarsio offre notevoli possibilità grazie alle sue caratteristiche: si tratta di una ceramica priva di supporto metallico, pertanto possiede un’estetica nettamente superiore avendo un’opalescenza e una traslucenza simili a quella dei denti naturali.


    La nomenclatura internazionale

    Spesso i dentisti ricorrono ad un codice numerico specifico per riferirsi ad un dente in particolare.

    Ogni dente è infatti indicato in modo univoco da un numero.

    Entrambe le arcate, superiore e inferiore, sono divise in due parti dette quadranti. Avremo pertanto quattro quadranti:


    Per l'adulto

    Arcata superiore destra = quadrante 1

    Arcata superiore sinistra = quadrante 2

    Arcata inferiore destra = quadrante 3

    Arcata inferiore sinistra = quadrante 4


    Per il bambino con dentizione decidua

    Arcata superiore destra = quadrante 5

    Arcata superiore sinistra = quadrante 6

    Arcata inferiore destra = quadrante 7

    Arcata inferiore sinistra = quadrante 8

    * Destra e sinistra si intendono visti dal paziente


    I denti di ciascuna arcata vengono numerati, da 1 a 8, incominciando dagli incisivi. Così il dente del giudizio nell’arcata inferiore destra ha il numero 38 (tre-otto), mentre il primo incisivo dell’arcata superiore sinistra porta il numero 21 (due-uno). Invece i denti di ciascuna arcata di un bambino con dentizione decidua, che sono solo 5, vengono numerati, da 1 a 5, incominciando dagli incisivi. Così l’ultimo dente nell’arcata inferiore destra ha il numero 55 (cinque-cinque), mentre il primo incisivo dell’arcata superiore sinistra porta il numero 61 (sei-uno).


    Occorre precisare che talvolta possono esserci elementi dentali in più, altre volte in meno.

    Questo schema numerico è stato introdotto dalla Federazione Dentale Internazionale nel 1970 ed è utilizzato in tutto il mondo.

Domande frequenti

  • A che età è opportuno effettuare la prima visita odontoiatrica?

    Verso i 3 anni la dentatura da latte è completa per cui puo' essere utile un controllo. In ogni caso non oltre i 6 anni ovvero quando compare il primo molare permanente e c’è la permuta degli incisivi. Inoltre alcune malocclusioni (esempio terze classi o abitudini viziate quali succhiare il dito) richiedono un intervento precoce, anche intorno ai 4 anni.

  • I denti da latte cariati si devono curare?

    La risposta è si, perchè un  dente cariato è fonte di infezioni, non solo della bocca ma di tutto l’organismo. Inoltre, consentire alla carie di distruggere il dente comporta la perdita di spazio nell’arcata, con conseguenti problemi legati all'eruzione dei denti permanenti.

  • Come evitare la carie?

    Accurata igiene orale e dieta equilibrata in primis, far valutare dall'aodontoiatra la possibile sigillatura dei denti appena erotti. Chiudendo infatti con una sottile pellicola le fessure dei molari e premolari, si impedisce il ristagno di placca da cui poi si origina la carie.

  • A cosa serve l’igiene dentale professionale?

    L’igiene dentale professionale, o detartrasi, serve a rimuovere i depositi di placca e tartaro oltre a rimuovere le macchie di nicotina o caffè.

  • Cos'e' un impianto dentale?

    Un impianto dentale è una radice artificiale in titanio che viene inserita chirurgicamente nell’osso mascellare o mandibolare, per sostituire uno o più denti mancanti.

  • Gli impianti dentali una volta inseriti, richiedono una cura particolare?

    Sì, dopo l’inserimento di un impianto, è necessaria un’accurata igiene orale domiciliare e regolari controlli con igiene dentale professionale.

  • Dopo quanto tempo dall’intervento avrò protesizzato definitivamente i denti mancanti?

    A seconda del piano di trattamento, l’impianto potrà essere protesizzato ,in media, dopo 6 mesi dal posizionamento dell'impianto

  • Il posizionamento dell'impianto è doloroso? Sentirò dolore dopo l'inserimento dell'impianto?

    No, in quanto è eseguito in anestesia locale. Il disagio sarà minimo. Verrà prescritto un protocollo farmaceutico post-chirurgico appropriato, per ridurre al minimo dolore e gonfiore.

  • Come si cura la malocclusione?

    La terapia ortodontica riesce a trattare tutte le malocclusioni di origine dentale. Se si tratta di malocclusioni dento-scheletriche, una precoce terapia ortodontica può evitare una futura terapia di tipo chirurgico.

  • Qual è la differenza tra protesi fissa e protesi mobile?

    Con il termine protesi fissa si intende una capsula ovvero una protesi dentaria cementata e quindi non removibile. Con il termine protesi mobile si intende una protesi dentale rimovibile come lo scheletrato o la dentiera

  • Che cos'è una protesi fissa su impianti?

    Le protesi fisse su impianti si utilizzano quando la radice dell’elemento mancante viene sostituita da un impianto dentale, in genere in titanio o leghe biocompatibili e su questo viene cementato o avvitato l’elemento protesico. Con gli impianti è possibile sostituire denti singoli o realizzare ponti o strutture più estese, che possono sostituire tutti gli elementi dell’intera arcata dentaria

  • Cos’è lo sbiancamento dentale?

    Si parla di sbiancamento dentale quando, a seguito dell’utilizzo di prodotti sbiancanti (a base di perossido di carbammide o perossido di idrogeno) si schiarisce il naturale colore del dente.

    Lo sbiancamento dentale professionale è il sistema più rapido di sbiancamento. In una sola seduta si ha un consistente cambio di colore dei denti. Viene utilizzato un gel ad alte concentrazioni di perossido di idrogeno o perossido di carbammide (38% circa). I tempi di posa variano da un minimo di 10 minuti ad un massimo di 40 minuti .

    Le gengive vengono protette con una diga di gomma o oppure un prodotto foto polimerizzante che impedisce al gel di intaccare i tessuti. Potrebbe essere necessaria più di una seduta per ottenere la tonalità desiderata.


  • Quanto dura nel tempo il risultato?

    La durata nel tempo varia da persona a persona. Cambia a seconda delle abitudini di vita e di solito va dai 6 ai 24 mesi. È possibile far durare più a lungo i risultati seguendo alcune regole:

    Evitare di fumare;

    Evitare troppi caffè o the;

    Seguire una scrupolosa igiene orale domiciliare (spazzolino e filo interdentale) dopo ogni pasto;

    Sottoporsi regolarmente ad una seduta igiene orale professionale;

    Utilizzare i kit di mantenimento

  • Ho delle retrazioni gengivali con i colletti gialli, i miei denti saranno completamente bianchi dopo lo sbiancamento?

    Nel caso di retrazione gengivale con esposizione del colletto dentale, il giallo del colletto resterà giallo, anche se più chiaro, in quanto la sostanza sbiancante non agisce allo stesso modo su tutti tessuti dentali. È consigliabile programmare la ricopertura dei colletti dentali, dopo lo sbiancamento

  • Posso fare la pulizia dei denti in gravidanza?

    La pulizia dei denti, non richiedendo l’uso di anestetici, può tranquillamente essere eseguita in gravidanza. Le sedute di igiene dentale, inoltre, aiutano a prevenire la gengivite gravidica che si manifesta a causa delle modificazioni ormonali.

Fissa ora un appuntamento con il medico specialista

CONTATTI
Share by: